Lorenzo Mortara 2010 – The family (frammenti) – Nuova cartex

Presentare Paolo Lorenzo Parisi oggi è un po’ come ripercorrere con lui le innumerevoli occasioni in questi ultimi quattro anni di personali e collettive, le quali sono state molto stimolanti e ricche di spunti originali. Ė utile ricordare, per fare luce sul suo percorso artistico, una breve citazione che utilizzai nel mio primo scritto nel 2007 La radice di ogni demone è la propria mente. Citazione da Ma gcig – la Grande Madre dei Tibetani, ispiratami dalla lettura e delle note critiche di mio padre, G. Mortara (1938-2006) sul lavoro di Parisi e del piccolo libro, o trattato magico-religioso dal titolo: “La nobile pratica della recisione dei demoni”.

Però è lampante il passo, o meglio i passi, che l’artista ha deciso di fare in questi anni. Ovvero Parisi ha sentito l’esigenza, pur mantenendo il suo segno e la sua poetica forte e personale, disincantata e ironica, di sviluppare un nuovo approccio pittorico astratto, a tratti informale, utilizzando l’essenzialità dei bianchi e dei neri come centro creativo della sua inquietudine, della sua ansia, che poi è il riflesso della società in cui viviamo, coi suoi comportamenti e le sue problematiche. La tecnica di queste opere è il getto spontaneo, quasi graffiato, surreal-espressionista nel suo concretizzarsi anche con slanci ludici ed ironici – famiglie stilizzate isolate essenziali, simbolo di una umanità disorientata annientata precaria – Impara / A scolorare il pensiero / Senza fartene accorgere (da Controluce, G. Mortara).

The Family (Frammenti) è una riflessione, un’introspezione che l’artista vuole sviluppare ed ampliare sul concetto di famiglia, il più piccolo nucleo sociale, che poi può riflettere tutte le famiglie, la moltitudine di più varie e possibili aggregazioni umane. Nelle grandi tele i corpi, i volti sono volutamente frammentati, mescolati, sparsi, filtrati, traboccanti, sempre sui due toni di colore più semplici e essenziali, quasi a voler fare pensare a una nuova dimensione dell’individuo, fluido, liquido, nella società contemporanea dei media, cangiante multiforme senza più riferimenti sicuri, dei nostri giorni. Infatti Parisi condivide pienamente il pensiero dello studioso Mario Perniola in “Contro la comunicazione”, quando dice: “La comunicazione massmediatica è l’opposto della conoscenza. È nemica delle idee perché le è essenziale dissolvere tutti i contenuti”, intendendo con contenuti anche l’uomo e la sua stessa essenza.

Come ci illumina egregiamente Zygmunt Bauman, nel suo saggio “Modernità liquida” quando dice Sono questi i motivi per considerare la “fluidità” o la “liquidità” come metafore pertinenti allorché intendiamo comprendere la natura dell’attuale e per molti aspetti nuova fase nella storia della modernità, così Parisi vuole intrattenerci e coinvolgerci nelle sue invenzioni, sperimentazioni e sondare i nostri mutamenti, le nostre passioni, i nostri desideri aneliti sogni che continuamente albergano la nostra mente e i nostri pensieri, perché conoscere la mente è conoscere l’uomo. Quasi a ricordarci di non rimanere muti di fronte al Caos e alla marea generale di messaggi commerciali, talk show, reality, modelli di shopping e di consumismo della società dell’immagine che poco hanno con l’umano, con lo spirituale e i suoi naturali desideri.

Come analizzava bene Paul Valéry: “Interruzione, incoerenza, sorpresa sono le normali condizioni della nostra vita… […] L’intera questione si riduce dunque a questo: può la mente umana dominare ciò che ha creato?” Noi – sembra dire l’artista con le sue opere – non abbiamo la risposta, ma già aver posto le domande giuste è come indicare almeno un corretto ragionamento e Che questa nobile condotta / di rimanere nel proprio stato naturale /senza attaccarsi ai fenomeni / sia conservata in segreto /nel cuore di coloro che sanno!… (dai Canti spirituali, Ma gcig, XI secolo).