Lorenzo Mortara (2009) – Donne al mare

Dopo Ragusa (2006), Venezia (2007) e Genova (2008), ora Parisi espone i suoi dipinti a Lavagna, in questa nuova personale ricca di nuovi elementi e dai temi ricorrenti del proprio universo interiore trasfigurato in scene oniriche dai molteplici richiami. Il tratto nelle sue opere è intenso e i colori percorrono i sentieri dell’emozione, specchio del suo sentire ironico e disincantato. Figure essenziali – Dee misteriose, Dei incredibili, creature dell’immaginario – appaiono al visitatore tra le trame di oli e acrilici monocromi o multicolori: rossi vivi, smalti verdi tenui, fra arancioni e gialli frammisti a segni neri e spazi bianchi a rappresentare esseri in evoluzione, tra la materia e lo spirito.

Le donne di Parisi echeggiano l’essenza della vita e l’inganno dei sensi – forme irriducibili, illusioni geometriche, sfere simboliche – e riattivano il senso e la percezione del demone assopito che è dentro di noi, ovvero nella funzione del vedere e del comprendere.

Tuttavia la rappresentazione astratta di Parisi non è distaccata dal mondo reale – fantasia disimpegnata a raffigurare miti e storie sognate – bensì partecipazione e tensione in una lotta tesa al processo creativo, all’introspezione e al disvelamento di nuovi concetti e nuove idee.

Infatti nella società dell’immagine, della cultura massmediatica e del pensiero globalizzato, l’artista Parisi in questa mostra abbandona il segno e i simboli della sua graffiante arte concettuale di denuncia per immergersi di nuovo nei colori, tra luci e ombre di forme primordiali, e nel tratto plastico e materico di essenze metà-umane e metà-divine. Per fare ciò l’artista deve vedere l’abbozzo di un altro sé, distinto dall’io, dentro di sé, e solo così può esprimersi libero e fecondo con immagini a volte turbolente e in divenire o rappacificate e serene in altre. Ovvero come analizza Maurice Merleau-Ponty nel saggio sulla visione e la pittura “L’Occhio e lo Spirito” (1960): […] La visione non è una certa modalità del pensiero, o presenza a sé: è il mezzo che mi è dato per essere assente da me stesso, per assistere dall’interno alla fissione dell’Essere, al termine della quale soltanto mi richiudo su di me […].

Non ci sono altre vie per la consapevolezza e la coscienza del proprio essere e del mondo che ci circonda, sembra dirci Parisi con le sue opere e i suoi segni, ricordandoci che la sua alternativa “…è un modo di fare basato su memoria e immaginazione, su un disinteresse interessato che non fugge il mondo ma lo muove.” (da Contro la comunicazione, Mario Perniola, 2004).

Nel suo nuovo linguaggio Parisi – alla ricerca del segreto del tempo e del mistero dello spazio – addomestica forme fluenti, ripercorre getti multicolori, plasma la figura archetipa e surreale della donna – cirro attorcigliato, perlaceo, sfaccettato e opulento di nebulosa scintillante – a specchiarsi sul moto di onde e schiuma di un mare infinito – desiderio, passione e follia – respiro del mondo che verrà. Perché per Parisi Arte è espressione del mondo magico primitivo dell’uomo e della sua poesia, in armonia con i valori e le metamorfosi della società e della cultura del suo tempo, perché L’eterno corpo dell’uomo è l’immaginazione (William Blake).

 

Donne al mare

Mostra personale

Giardini della Torre del Borgo – Lavagna

11 luglio – 19 luglio 2009